All you need is Love

Ve lo posso giurare: tanti anni fa, in una galassia lontana lontana, credevo nell’amore.
Pensavo – forse erano le mie adorate canzoni che ripetevano in mille modi il concetto – che questa alterazione soprannaturale della realtà fosse l’unico varco spazio-temporale in direzione di una dimensione meno triste, dannatamente misera e monotona di quella che, nel migliore dei casi, ci spetta. A noi umani, dico.

O meglio, queste cose non le pensavo affatto.
Figuriamoci se andavo a perdermi in simili elucubrazioni quando Elena sbatteva le sue ciglia lunghissime e capricciose, regalandomi l’illusione che forse sì, avevo fatto davvero colpo su di lei con le mie battute infantili. Di certo, nel frattempo, Marina cullava la stessa illusione nei confronti di un ragazzo che portava i miei capelli lunghi, i miei occhiali e i miei pantaloni a zampa d’elefante ma che purtroppo era cieco e non poteva vederla soffrire per lui.

Il sogno continuò, il copione prevedeva che Daniela, Donatella e addirittura Francesca, la bellissima Francesca, fossero lì ad aspettare che mi dichiarassi cotto di loro, per partire insieme un giovedì verso l’isola di Wight. E se non succedeva pazienza, ci sarebbe stata Patrizia, o Lilli a condividere un letto a New York, un haggis a Edimburgo o un bel sacchetto di erba ad Amsterdam.

Il varco spazio-temporale sarebbe arrivato al momento giusto, e me ne sarei accorto all’istante, oh, sicuro.
Adesso è tutto terribilmente più complicato. Fumo non più di tre sigarette al giorno (a volte quattro) e ci pensano loro tre (o quattro) a provocarmi quella meravigliosa tachicardia. Ma è la stessa differenza che c’è tra l’aspettativa incerta di un mondo fantastico e la certezza ineluttabile di una strada sempre più stretta e oscura. Tra la vita e la morte, insomma.

Il famoso varco, invece, si è rivelato simile al vortice multicolore e frenetico in cui finisce, col cuore in gola, l’astronauta di 2001 Odissea nello Spazio, ritrovandosi in una stanza bianca, silenziosa, improvvisamente decrepito.
All you need is love, diceva la canzone perduta. Purtroppo non dava altre indicazioni utili.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto