Un amore di tenente

Bella, alta, mora. Prima delle due stelle sulle mostrine ho notato il profilo imperioso delle tue tette che l’orribile divisa non riusciva a nascondere. Tenente Fulvia Bonaceto. Ti sei presentata negli uffici della mia azienda di intimo riuscendo a farmi scoprire il tuo cuore. Io pure, per non essere da meno, sono riuscito a farti scoprire qualcosa: un’evasione di due milioni di euro. Illecito che ero certo avresti declassato a trascurabile dimenticanza in cambio di una fornitura di mutandine e trasparentissimi négligée. L’unica certezza, tuttavia, fu la possibilità di avvalersi della sospensione della pena perché la condanna per tentata corruzione fu inferiore a due anni di carcere. L’azienda è fallita. L’ho riconvertita in un banco da ambulante. Un giorno una bionda, sotto braccio a una mora, si è fermata a guardare la mia mercanzia. Mi sono distratto a immaginare un tanga indosso (si fa per dire) a quella bionda atomica e non mi sono accorto che la mora eri tu, il mio amore di tenente. Capitano prego, mi hai detto mostrandomi il tesserino, dopo che l’amica bionda aveva comprato un completino rosso con strategici tagli e aveva atteso invano lo scontrino fiscale. Ti ho guardata negli occhi. Mi è sembrato di scorgere il materno perdono e, allo stesso tempo, il desiderio di trasgressione, o, perlomeno, di godersi la vita, di abbandonarsi a giocare il ruolo della vittima anziché della carnefice. Stavolta non mi sbaglio, pensai. Suvvia, dissi, prendete tutto quello che volete, offro io, quindi chiudo bottega e ce ne andiamo a cena, siete mie ospiti, dolcezze. Ero così convinto di non sbagliarmi che aggiunsi: «I vostri sguardi da porcelline mi fanno intendere che vorrete concludere la serata a casa mia a bere un whisky e rotolarvi nude sul mio letto a forma di cuore». Mi sbagliavo.
In tribunale ho scoperto tre cose: 1) la pena non può essere sospesa due volte; 2) l’offesa a pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni è oltraggio che l’art. 341 bis del codice penale punisce con la reclusione sino a tre anni; 3) anche la bionda era un militare (brigadiere) della Guardia di Finanza e quindi l’oltraggio è stato doppio. Il caso ha voluto che dopo tre anni e mezzo di soggiorno nel carcere delle Molinette mi ritrovo nello stesso mercato. Ora sono commesso al banco di Qiao Watuò. Niente tanga o négligée. Solo mutandoni e pigiami dalle fattezze e colori improponibili. Qiao non mi perde di vista. È sempre pronto a ricordarmi di rilasciare lo scontrino fiscale.

Immagine: Stefano Navarrini

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