Affido la mia attesa d’Infinito ad una segreteria telefonica. Nella speranza che il nastro basti a contenerlo.
L’Infinito, intendo.
Non mi sono rassegnato al cellulare, non permetto alla tecnologia di violentarmi la privacy.
Ma si sa, il Tutto si organizza secondo logiche sovrumane, e potrebbe decidere di rivelarSi in qualsiasi momento… Così, per far fronte alla Sua capricciosa imprevedibilità, mi sono organizzato con una segreteria telefonica.
Casomai piovesse dal cielo, improvvisa, la chiamata che aspetto da sempre. E’ una segreteria antidiluviana, a cassettina.
Vintage, la chiamano adesso. Quando l’ho comprata io, la davano via a prezzo stracciato perché ha un difetto di progettazione. Quando la cassetta arriva in fondo, riavvolge e cancella tutto.
E questo non ha aiutato il suo successo commerciale.
La prima cosa che faccio rientrando è gettare un occhio al led, per vedere se lampeggia. Ma di solito ci trovo registrate solo chiamate dei call center.
Questa è una ricerca di mercato, risponderebbe a qualche domanda?
Ecco perché, se il led fa l’occhiolino, non salto alle conclusioni. Tolgo il cappotto, studio la lucina rossa di sguincio. Che nasconde, quell’ammicchìo vermiglio?
C’è solo un modo per scoprirlo. Clic.
La-segreteria-contiene- UNO -nuovi-messaggi.
E sentiamo.
Buonasera, sono la segretaria di Dio.
La testa mi gira. Allora è possibile. Allora a volte capita.
Nostro Signore le sarebbe infinitamente grato…
Già. Infinitamente. In che altro modo, sennò?
…se volesse richiamarLo al numero: tre-cinque-cinque-quattro-due-nove-otto-otto…
Un momento, fammi prendere la penna. E un foglio. O un post it. O un kleenex. Visto che non mi sono rassegnato neanche al computer.
…cinque-nove-otto-quattro-due-nove-tre-tre-uno…
Completamente scarica, ti pareva?
…otto-quattro-due -tre…
Che poi si fa così? Un poveraccio Ti aspetta da sempre, e Ti fai vivo una sera qualunque, neanche parli Tu e fai lasciare un messaggio dalla Tua assistente?
…nove-otto-quattro-due-cinque-cinque-nove…
Maledetta biro. Spande inchiostro e imbratta, ma di scrivere non se ne parla.
…nove-otto-quattro-cinque-nove-tre-quattro-due…
La matita. Aspetta, la matita. Ce n’è una nel cassetto. Fa’ vedere.
…cinque-cinque-nove…
Che oltretutto che senso ha un numero di telefono così lungo? Lui non dovrebbe avere l’Uno? Non esiste una sorta di corsia preferenziale?
…quattro-due-tre…
Matita spuntata. Un temperino, ecco sì, un temperino.
…a trovarlo.
Estote parati, tenetevi pronti, diceva il curato alla messa, tanti anni fa. I buoni consigli andrebbero seguiti, tornano utili, una volta o l’altra.
…cinque-cinque-uno…
E invece, ecco qui. Numeri a pioggia, a valanga, a tsunami, e niente per scriverli…
Però anche Tu.
Voglio dire, Ti imploro da una vita – a modo mio, ma pur sempre Ti imploro – di rivelarTi, e Te ne esci con un numero telefonico di quaranta cifre da mandare a memoria? Ma che si fa così?
…tre-cinque-cinque-quattro-due-nove-otto…
Un chiodo. Ecco sì.
…otto-quattro-due-cinque-cinque-nove-tre-quattro-nove-otto-quattro-due… Un chiodo per incidere il numero di telefono sulla parete.
…cinque-quattro-uno…
I chiodi sono nella scatola degli attrezzi, e la scatola è nello stanzino, in cima, se trovo la scala… Solo che è in soggiorno.
…nove-otto-quattro-due-quattro-due-cinque…
Potrei usare un coltello, ma è in cucina.
…otto-quattro-due-quattro-due…
Stessa cosa se scendo in cantina a prendere i pennelli.
…tre-cinque-cinque-quattro…
…forse bagnare il dito e scrivere sul pavimento…
…cinque-cinque-nove-tre-quattro…
Se non vivessi solo, avrei una donna, e se avessi una donna, la donna avrebbe un rossetto… E a quel punto, col rossetto…
…ma il rossetto sarebbe in bagno.
…sette-uno-due…
Sono troppi. Com’era? Otto cinque sette uno due… no, mi sbaglio era… …cinque-nove-tre…
Mentre mi incarto a mandarli a memoria, improvvisamente, penso che tutto questo è molto bello. Perché ora so che c’è un posto dove Qualcuno mi ascolta, e soprattutto, che quel Qualcuno esiste. Finalmente…
…nove-tre-quattro…
Quanto ho pregato, nel fondo del mio cuore, perché fosse così. Negando quella preghiera nel momento in cui la formulavo. Pregavo che facesse in modo di esistere. Che lo facesse per me. Per esaudirmi.
…uno-uno-cinque…
E questo dimostra quel in fondo già sapevo: le preghiere non vanno perdute. ..tre-due-cinque-nove…
Ringrazio il Creatore, che finalmente Si è concesso. Ora che potrò parlare con Lui, finalmente sarà tutto chiaro.
…sette-uno-sette…
Lui darà senso al tutto, renderà comprensibile il nulla, accettabile l’oblio…
giustificherà l’assurdo…
Oppure…
Oppure…
Clic.
Non ci sono altri messaggi. Gniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii.
Clic.