Aveva più o meno la mia età. L’età dei pensieri, quelli che si scacciano con un gesto della mano ma poi rimangono dentro, a lavorare in silenzio come tarli.
Anna Marchesini non c’è più.
Non c’è più una donna forte, intelligente, spiritosa e sfortunata.
Non c’è più la Lucia Mondella de noantri, perfetta per prendere per il culo Manzoni ma anche la bella e pudibonda Paola Pitagora, archetipo televisivo della nostra gioventù.
Non c’è più la logorroica signorina Carlo, insensata e stralunata a partire dal nome, tenera, irritante e cecata come tutti noi sappiamo, all’occorrenza, essere.
Non c’è più la sessuologa perennemente arrapata, virago ironica e anti-iconica, mirante al cuore delle insopportabili esperte da sbarco che infestano i media.
Non c’è più la bella figheira delle sgangherate telenovelas più ridicole del vero e più vere del ridicolo.
Non c’è più Anna, grande attrice e grande donna, simbolo dell’ultima tv che ci ha sorpreso e divertito davvero.
Ma mi sento più tranquillo se penso che ha già trovato S.Pietro, con la faccia di Tullio, ad accoglierla, senza nemmeno chiederle i documenti.