Anne Holt a Quota 1222

Un treno che viaggia tra le Alpi norvegesi sotto una violenta nevicata, 269 passeggeri che rimangono intrappolati nelle cabine quando il treno deraglia: contusi e feriti, solo un morto, il macchinista.
Tutti vengono soccorsi e portati in un albergo vicino alla ferrovia, a quota 1222 metri. Tra loro, immobilizzata sulla sua carrozzella, l’ex ispettrice della polizia di Oslo Hanne Wilhelmsen, che ha lasciato il suo lavoro da quando, anni prima, un proiettile le ha leso la spina dorsale.
L’albergo e la sua direttrice, Berit, si trovano ad affrontare una straordinaria emergenza con decine e decine di ospiti traumatizzati e infreddoliti, mentre fuori impazza la tempesta di neve e la temperatura continua a scendere. Nell’hotel i passeggeri del treno cominciano a familiarizzare creando gruppi esclusivi che si ritrovano tutti insieme nella grande hall solo all’ora dei pasti. Hanne, che ormai da tempo fa vita ritirata con la sua compagna e la figlioletta, si trova suo malgrado a legare con Adrian, uno strano ragazzo in affido ai servizi sociali; Geir, il rude avvocato-montanaro che l’ha estratta dalle lamiere; la direttrice e soprattutto con il medico Gustav Streng, un ometto pieno di risorse, affetto da nanismo.
Nell’albergo sovraffollato e isolato, con la gente sempre più esasperata dal clima che non accenna a migliorare, cominciano a succedere strane cose e Hanne, che pensava di aver rinunciato al suo ruolo di investigatrice, si vede costretta a riprendere il lavoro.

 

Quota 1222 è l’ottavo romanzo di Anne Holt che ha per protagonista l’ispettrice Hanne Wilhelmsen. 

La scrittrice norvegese e la sua creatura, oltre al nome quasi simile, hanno molto in comune. La Holt non ha fatto la poliziotta ma è stata per alcuni anni Ministro della Giustizia, come Hanne è dichiaratamente lesbica e vive a Oslo con la compagna e la figlia.

Maestra del noir scandinavo, la Holt riesce a imbastire non solo un thriller denso di colpi di scena, ma a ricreare nello scenario claustrofobico dell’hotel sepolto dalla neve, la rappresentazione della società norvegese. Che è molto più arretrata, razzista e misogina di come noi, europei del sud, ce la figuriamo; afflitta da dipendenze da droghe e alcool, da ansie e depressioni, spesso intollerante nei confronti dei diversi. Tant’è che i personaggi cui dedica più spazio e affetto sono due portatori di handicap: Hanne, l’ispettrice paraplegica, timida e scontrosa, che legge però nel cuore della gente; Gustav, il nano, che esercita la sua professione di medico con grande umanità.

Quota 1222: un giallo raffinato, un ottimo romanzo dai risvolti psicologici.

 

 

Anne Holt, Quota 1222 – Einaudi Stile Libero Big, trad. Margherita Podestà Heir, pp 360 € 19,00

 

 

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