Corpo svuotato, fermo, tracciato dentro
da invisibili tremolii,
dove fradicio l’umore, scola
l’anima sul pavimento
e la disperde nel momento che si cela.
Dentro, una bufera è nella selva smagrita
e l’alba, che negli occhi recide una crepa
in un’aria che osa aprire un varco
tra le vene, gli intrecci di nebbie
assiepate come ombre in un cesto d’ombra,
la morte è sulla riva, cruda nel suo cuore
come un aquilone che persino non vola.