Avevo cominciato fumando mozziconi di famiglia, marca Giubek e Serraglio.
Quando, a 16 anni, mi trasferii a Brindisi trovai il porto, la Grecia, la Base Usa, il contrabbando fiorente e gli “scafi blu”.
Le sigarette che costavano meno, erano le greche Papastratos n°1, avevano un aspetto decoroso, ma il sapore era peggio dello sterco di cavallo. D’altra parte con 60 lire non compravi niente altro.
Cominciavano le feste: giacca e cravatta, qualche cento lire per offrire al banco e per un cotillon alla dama, ma prima di tutto per le sigarette, che dovevano essere “quelle della festa”, Astor e Turmac in primis. Era quello il vero lusso.
Avevo imparato a tenere la sigaretta penzoloni/molle tra le labbra. Ci riuscivamo in pochi, ce lo aveva insegnato Bogart.
Moltissimi anni dopo, giocando a tennis, sentii che il piede sinistro si addormentava. Break! Sciolgo i lacci, riallaccio la scarpa: ah, queste scarpe moderne! Dovevo portarmi dietro le vecchie Superga. E invece…
Uno specialista vascolare e subito!
Così nel 1992 inaugurai la mia lunga stagione di angioplastiche. Equamente distribuite, un po’ coronariche e un po’ femorali.
E il fumo? In quella fase smisi due volte, ma non ne ero tanto convinto e così riprendevo. Quando si riprende si fumano tutte le sigarette che non si sono fumate nel periodo di astinenza.
Mi trasferii al nord e trovai un’ esistenza piacevole anche per i miei problemi. Il Cardiologico Monzino li avrebbe potuti risolvere.
Un bel giorno il mio “angelo custode”, che mi stava sempre vicino, mi disse: «Anto’ guarda che puzzi!». Io? Era troppo!
Ipnotizzatore: niente! Ago-puntura all’orecchio: niente!
Arrivo così a Easywaj. Un inglese che ha trovato un sistema per smettere di fumare. Dalle 14 alle 20 di un torrido mercoledì di luglio del 2010 mi sottopongo a una terapia di gruppo. Euro 300. Un gran bravo professionista mi convince che sono un drogato. Io gli credo e funziona. Non ho più fumato, mi sono iscritto a una palestra, non sono aumentato di peso e soprattutto non puzzo più. Il sangue con le vie pulite ha ripreso a scorrere bene.
Ogni tanto ripenso al manrovescio (il colpo che gli riusciva meglio) di mio padre quando mi sorprese a fumare. Si era tolto un peso, passando a me quel ceffone che lui aveva preso dal nonno e il nonno dal bisnonno. Da gran fumatore qual era se lo poteva risparmiare, ma certe regole vanno rispettate.
Questo racconto avrei potuto titolarlo anche ” la mia vita in fumo”, ma mi piace di più “Anto’ puzzi”, così mi sento meno in colpa, ma stronzo uguale.