In ricordo
Quasi da non credere che se ne sia andato davvero. Dopo decine e decine di scioperi della fame e della […]
Attuale è ciò che accade adesso, nel presente. Che altro c’è da dire, che altro da capire? Non è così semplice, come sembra. Fra le innumerevoli cose che accadono, fra le incalcolabili parole pronunciate, scritte ascoltate in questo momento (soprattutto nei tempi del web), quindi tutte attuali, solo una frazione infinitesimale entra a far parte della attualità. Il motivo è semplice: per entrare nella attualità, un fatto, un gesto, una immagine devono acquistare significato; cosa possibile solo se usciamo dal presente, rimuginiamo nel passato o ci proiettiamo nel futuro. A dare significato, ad attribuire attualità siamo, comunque, sempre noi. E, così facendo, riveliamo molto di quel siamo, e come siamo.
Quasi da non credere che se ne sia andato davvero. Dopo decine e decine di scioperi della fame e della […]
C’è chi dice no. No, io non ci sto. No, io non ci sto. È presto detto, è presto fatto.
Il corridoio è lungo una sessantina di metri e comincia da un salottino azzurro e grigio con divanetti arancio non
Marcella Duce era una romana di via della Lungara. Una romana vera. Romeo Rodrigues Pereira era invece un giovane
Pierluigi Bersani, Gianni Cuperlo, Roberto Speranza, Miguel Gotor & C. si sono appellati all’”eleganza”, al “galateo istituzionale”; hanno detto
Si è scomodato anche il Presidente della Consulta per dire la sua sulla questione della partecipazione al voto nei
La storia dei referendum italiani è complessa, comincia bene, ma finisce male. All’inizio tutti andavano a votare; al primo,
Prima di uscire, controllo il portafoglio. Poco più di due euro. Ma ieri non avevo fatto il bancomat?
Quello che quando si faceva tutti giù per terra puntava i piedi e resisteva alle braccia che lo spingevano
Così di colpo di fronte a tanto orrore non so che dire – ma per certo so che quelli
Ordino un ‘mimosa’ e fingo di aver fatto una buona scelta per la mia dieta: succo di arancia (meglio se
Marz’otto, ti chiamavamo, irridenti. E ti urlavamo contro: “hai r’8 marzo”, noi, le femministe toste, stanche di mimose, retorica e