Giocava. Racconto in cinque parti
La solitudine di una bambina Era un agosto torrido. Le vacanze fuori città erano già state frettolosamente consumate il mese […]
Ma quali scritture qui sul web? In cinque anni La Rivista Intelligente ha raccolto storie e narrazioni, tantissime, e le potete trovare nel nostro archivio. Le potete leggere quando volete, non si sono disperse nell’immenso calderone di internet. Abbiamo collaboratori fedeli e di talento, siamo aperti alle visioni, all’immaginazione di chi pensa di avere cose da dire. La qualità che chiediamo è alta: belle storie in cui cerchiamo la brevità per il web, l’ironia della lingua, la profondità dei temi. Abbiamo a cuore la complessità che sa farsi sintesi, e graffia e fa riflettere. La scrittura che ci piace è nel passato, è al presente e si inventa il futuro. Senza preconcetti.
La solitudine di una bambina Era un agosto torrido. Le vacanze fuori città erano già state frettolosamente consumate il mese […]
Matilde era padrona di mezza Italia e brigava con il Papa per difendere i suoi possedimenti. Dalla torre del castello
Per decenni gli americani bianchi, i discendenti dei coloni, hanno odiato gli italiani in maniera feroce e sistematica. Dalla fine
Cornelius Weiss Centini rientrò la sera di venerdì 12 agosto. Era un uomo astuto, avido, egoista e criminale, ma sempre
il sale su per le narici fino al cervello, gli occhi strizzati, la curva dell’acqua indugia lenta e gioca con
Non avesse provato tanto dolore, le sarebbe venuto da ridere pensando a quanto si diceva sull’argomento. Chi era già al
C’erano giorni in cui mi raccontavo di essere triste e non lo ero: potevo impormi il lusso dell’indifferenza allo splendore
Saldato il modesto prezzo di ammetterlo, comprese infine di essere a casa. Che gli svincoli, i tornanti, gli incontri dissolti,
Lungo la strada di fronte casa passano due ragazzi, lui indossa una camicia bianca in contrasto con i capelli nerissimi
Passo dalle colonne di San Lorenzo a piedi, per andare in via Circo a trovare la mia amica Nuvola. Alla
Questa è una storia vera. Mi chiamo Zarmina, sono nata in Afghanistan, vivo a Gereshk, a circa 600 chilometri da
Ci sono io che ti guardo. Anche se gli occhiali sono inchiodati al naso e mascherano il piacere di averti