Ero bellissima
Da bambina bella ero, bellissima. Bionda e allegra, che quando mamma mi portava a fare la passeggiata al centro […]
Ma quali scritture qui sul web? In cinque anni La Rivista Intelligente ha raccolto storie e narrazioni, tantissime, e le potete trovare nel nostro archivio. Le potete leggere quando volete, non si sono disperse nell’immenso calderone di internet. Abbiamo collaboratori fedeli e di talento, siamo aperti alle visioni, all’immaginazione di chi pensa di avere cose da dire. La qualità che chiediamo è alta: belle storie in cui cerchiamo la brevità per il web, l’ironia della lingua, la profondità dei temi. Abbiamo a cuore la complessità che sa farsi sintesi, e graffia e fa riflettere. La scrittura che ci piace è nel passato, è al presente e si inventa il futuro. Senza preconcetti.
Da bambina bella ero, bellissima. Bionda e allegra, che quando mamma mi portava a fare la passeggiata al centro […]
Le valigie non sono più di lega ultraleggera dal marchio brevettato e bicolore telone cinese. Diventano – forse tornano –
La mia prima badante era una bella ragazza espansiva e sicura delle sue capacità; purtroppo si era fatta gonfiare
Papà lavorava a Campobasso, i miei genitori ancora si volevano bene, così io e mamma qualche volta lo accompagnavamo. Lì
Dal foulard annodato si sprigiona un profumo di colonia. Vibrano le narici. Un fremito scuote gli zigomi. Sorride.
Erano tre fratelli e si somigliavano l’un l’altro. Il primo amava il mare e pensò di costruire un bungalow
Questo mio mare, d’inverno, si tinge di nero e inghiotte. Trizza rimane in silenzio, sotto lo sguardo solido dei faraglioni.
Nel togliermi il cappotto mi cadono le chiavi di casa. Le raccolgo e le poggio sul tavolo dove sono le
Il giorno nasceva presto per la donna scusalìn. abitino scuro abbottonato davanti, né lungo né corto e, sopra, il grembiulino,
Maria si illuminava solo i primi giorni di dicembre, quando a scuola si faceva il Presepe. Ogni bambino portava un
La pensione, nonostante il rincaro dei prezzi, se la faceva bastare. Erano passati vent’anni da quando aveva lasciato la scuola,
Stavo rassettando la cucina cercando di non pensare a niente. Per strada qualcuno suonava un flauto; una di quelle melodie