Mistero napoletano
Era un vicolo cieco come tanti, un angusto retropalco della Galleria Umberto con cornicioni e bugnati posticci insudiciati dalla penombra. […]
Raccontare è un’arte, narrare scrivendo una gioia immensa e uno strenuo lavoro. I testi qui si fanno articolati: dall’umorismo alla memoria, dalla malinconia allo sberleffo. Ma sempre vivono personaggi e balzano all’occhio le storie, si fa densa l’ambientazione e lo stile prende il posto che si merita. Un inizio e una fine chiudono il cerchio e dentro troviamo un senso alle cose che sapevamo o che non sapevamo ancora.
Era un vicolo cieco come tanti, un angusto retropalco della Galleria Umberto con cornicioni e bugnati posticci insudiciati dalla penombra. […]
Mi chiamo Marina, Mari per gli amici. Era il giorno di Natale, uno degli ultimi del Novecento. Non uno degli
La domanda è: come far sloggiare le formiche senza ucciderle? Avevo provato la salvia vicino al buco, l’alcol, che però
Il 2 novembre (el dì di mort) del 1975 era domenica. Ero condirettore dell’Unità da pochissimi mesi. Di domenica la
«Ma ti te sa cossa vol dir ‘girar col mandriol’?» No, non lo so e lui lo sa bene.
Mio padre ci portava in alberghi familiari. Diventava amico delle proprietarie, ordinava al mattino il pesce e parlava con loro
Sono al pc, a scrivere. Il resto della casa dietro le spalle. Scalpiccìo. Massimo sei tu? Cadono foglietti. Mi giro,
Che rumore fa il maestrale? Lo ascolto di notte, quando arriva urla all’improvviso. Ma non è un urlo, è
Claudina aveva i capelli di more, gli occhi come prugne mature, la bocca di melograno. Claudina aveva un segreto nella
Mi piaceva un sacco, da bambino, andare a zonzo con mio nonno. Si saltava sulla Panda color camicia di postino
È ancora stagione di pic nic Un semplice drappo di cotone, dai colori oramai un po’ sbiaditi: lo dispiego, lo
Antoinette, la cugina francese, viene a pranzo. Mia mamma, in cucina, sbatte le uova per il Pan di Francia e