La verità della Sibilla
Aveva un fazzoletto ripiegato nella manica. Lo tirava fuori e scatarrava, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno […]
Raccontare è un’arte, narrare scrivendo una gioia immensa e uno strenuo lavoro. I testi qui si fanno articolati: dall’umorismo alla memoria, dalla malinconia allo sberleffo. Ma sempre vivono personaggi e balzano all’occhio le storie, si fa densa l’ambientazione e lo stile prende il posto che si merita. Un inizio e una fine chiudono il cerchio e dentro troviamo un senso alle cose che sapevamo o che non sapevamo ancora.
Aveva un fazzoletto ripiegato nella manica. Lo tirava fuori e scatarrava, dopo aver controllato che non ci fosse nessuno […]
I pazzi li ho visti la prima volta nell’estate del 1990. Mi era capitato di incrociarne, prima. Di quelli innocui,
Ischia. Giunto all’ombra delle Pietre Rosse aprii il giornale, lo chiusi e ripresi la via di casa. La notizia che
Ecco ‘Die Puppe’ (‘la bambola’) disse di lei Hans Bellmer quando la incontrò per la prima volta a Berlino,
Angelica, ti ho rivista, dopo otto anni ti ho rivista. Il tempo ha avuto reverenza del tuo splendore, che se
T’insegnavo che gli gnocchi si scolano con la schiumarola, sennò esce un pappone, persino io lo so. Era l’apogeo
Bologna, domenica 20 maggio 2012, ore 04:04. Di colpo il mio sonno viene interrotto da sobbalzi, come sbandamenti di
Gliela avevano regalata i figli per i suoi cinquanta anni. Come tutti i ventenni pensavano che, a quella età,
Il patriarca sedeva a capotavola, i bicchieri ormai tutti vuoti, nelle bottiglie ne restava per l’ultimo brindisi. Si alzò
Il PCI staliniano degli anni Cinquanta, che mi ha cresciuto da bambino, era ultramoralista quando impartiva la ‘ideologia della
Ho sognato mio padre. Usava le mani. Smontava, aggiustava, ordinava. Cose cosi. Mai viste, mai fatte. Da lui, da suo
Vivevamo in un paesello della Bassa padana, per me i fiori erano quelli delle ripe di fosso e dei campi: