Spagna 1936 – L’assassinio di Calvo Sotelo
Dopo le elezioni vinte dal Fronte Popolare nel febbraio del 1936, le forze della destra incoronarono José Calvo Sotelo […]
Mamma, papà, mi racconti una storia? Chi non ha fatto questa domanda, chi non ha sentito più avanti, farsela? Storia, in quella domanda, non distingue fra immaginazione e realtà; ai primordi la distinzione infatti non esiste, pensiamo ai miti. L’importante, nella domanda del bambino, è che il racconto sia ricco, sorprendente, ben recitato. Poi la distinzione si chiarisce e si afferma: la Storia diventa racconto di eventi accaduti e ricostruibili, Ma anche questo racconto è più coinvolgente, più carico di significato se è detto bene, con parole esatte e ritmo accattivante. Anche per raccontare la Storia, la buona scrittura è importante.
Dopo le elezioni vinte dal Fronte Popolare nel febbraio del 1936, le forze della destra incoronarono José Calvo Sotelo […]
Leggendo la vita di Jean Cocteau mi imbatto nelle grazie irripetibili di Natalia Paley (1905-1981) la nobildonna russa che
Abitavo a poche centinaia di metri da Piazza Fontana. Allattavo Viola, che aveva venti giorni. Ho sentito sirene
Bulova Accutron, pura lana vergine, Kaloderma e i bruciatori Riello, immancabile la Coca Cola. Una foto di piazza del
Sbadigliano le insegne dei caffè, si stringono mani, sulle tazzine vuote beccheggiano cappelli, e le voci giù al porto:
Sono disperati, alle spalle li premono guerra e ingiustizie disumane. In Turchia qualcuno li soccorre, e loro sperano di
È cominciato tutto con una fuga. Eva e Adamo scappano, un individuo in armi dietro di loro, pare agisse per
Tra coloro che hanno letto ‘I conquistatori’ di Andrè Malraux (1928), romanzo-resoconto sui moti popolari di Canton contro la
«È successo a luglio, era il 1995. Gli anni passati sono troppo pochi per ricordare. Srebrenica, qui significa Argentaria. Anche
Gli dei e gli eroi giacevano sepolti, braccia e gambe disseminate tra le pietre; alcuni esibivano le mutilazioni della
101 anni esatti. Oggi è domenica, allora era lunedì; a Sarajevo, però, era festa: una festa solenne, il Vidovdan,
Mia madre non aspettava l’autobus, come quella di De Gregori. Sentiva la radio. Nonno si mise a piangere. «Andate alla