Arrivo o partenza?

Sto partendo o sono arrivata ?
Sono comunque certa che non lascerò questa piccola stanza, che dietro ai verdi scuri si apre su panorami mozzafiato.
Sono arrivata.
Le ultime cose da sistemare, mi fermerò pochi giorni, quanto basta per far cambiare aria agli occhi e allenarli a guardare lontano e in alto, nel cielo, come impartiva il medico del lavoro, alla pausa obbligatoria dei dieci minuti: lei si alzi dalla scrivania e si muova guardando lontano.
Qui, me lo posso permettere perché sono a quota 1.816 s.l.m.
Ho portato l’anima in vacanza, sta bene, non si affatica, perché quando arriviamo, ha già il suo vantaggio in altezza, quasi posso toccare il cielo con un dito!
Ma cosa sto scrivendo ?
Sto partendo.
I bagagli sono già in macchina, sul tavolino sono rimaste solo tre borse colorate, devo chiudere le cerniere.
Non me ne voglio andare da questa minuscola stanza tutta di legno, potrei viverci per sempre. Lascio gli scuri socchiusi, preferisco non guardare il panorama per l’ultima volta, chissà se tornerò.
E’ un lutto.
Devo tornare in città, in mezzo al rumore, all’ inquinamento, alla solitudine, al cemento.
Anche l’ anima non vuole partire, e’ come che battesse i piedi a terra, capricciosa. No, no… io da qui non me ne vado, mi rimbalza nel petto, vai tu… mi dice.
Il cuore batte forte, anche lui qui respira meglio e poi quante camminate ci siamo fatte. Aveva ragione il cardiologo, quando diceva sorridendo : lo porti a spasso.
Sudo, la fronte si bagna, si sta alzando la pressione, un po’ d’acqua per favore, chiamatemi un medico.
Breve storia vera, ogni volta che lascio Livigno – 1816 s.l.m.

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