Astenersi perditemporali

Sono per la vocale che dimentica le cose che sa di sé e poi torna a conoscerle -il luogo dei suoi desideri-, per le consonanti che vendono i loro guai migliori. Mi innamorano le sillabe che non si bagnano due volte nello stesso calamaio.

Sono per le parole scagliate a lancia, o a scudo, non per quelle sgranate a rosario  che vanno a planare. Sono per quelle antipatiche, che si contrastano, si contraddicono,  per quelle che cadono premature dagli alberi, che mentono per essere vere.

Sono per i discorsi inversi -in perdita di riferimento-, per la declinazione e l’ascensione retta,  per le vertigini e le eclissi, le apparizioni e le sparizioni, per il sovvertimento della regola prestabilita
-Padrone e Sotto, Cip&Ciop, Baubau-, per il contagio di suonipiumati, per il limitest’remo, oltre il quale è difficile navigare.

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