–Non si può spaventarla. Dorme con il principe Valium.–
Dice Winona salendo la scala che porta in soffitta.
Come lei io sto con i fantasmi. Non quelli del passato, compagni di viaggio di chi ha paura del poi. I miei spettri si frammentano in luce e colori dall’indaco all’infrarosso.
E giocano, non aspettano la fine di ottobre, come Beetlejuice fanno danni tutto l’anno.
Non temono le porte che si aprono sulle scale impossibili di Escher, né le visioni oniriche di Lynch, tantomeno le iperboli surreali di Burton.
Ho visto il film tredici volte.
Per non smentire il valore numerologico, arriverò a diciassette, ché le regole esoteriche vanno rispettate.
Ma scusatemi, ora devo preparare la cena.
Fiori di zucca ripieni di angoscianti ricordi
risotto di zucca con gamberi del mai morto
soufflé di zucca vuota di mia suocera
torta di zucca al profumo di mirto.
Se non vi turba essere posseduti tra una portata e l’altra e intonare Day-O muovendovi come vermi disici, sarete miei ospiti graditi.
Superfluo dire che si cena col morto.