Benché sia notte

La fonte io so che scaturisce e scorre,
benché sia notte –
quell’eterna sorgente si nasconde
ma io ben so dove conducon l’onde:
benché sia notte –
l’origine non so, non ve n’è alcuna
so che tutte le origini in sé aduna:
benché sia notte

E’ un brano da san Giovanni della Croce. Io, pur più o meno atea, l’ho voluto tradurre, ho voluto, anzi, ho sentito il bisogno, di mettere l’opera del santo poeta spagnolo in mie parole. L’ho fatta mia. L’ho scoperta, in spagnolo, fra le pagine di un vecchio libro ingiallito, in un periodo terribile: mentre ero a tu per tu con la morte di una persona molto amata, nel dolore di una intera famiglia – proprio quando l’abisso era aperto e ci ingoiava – allora è sorta questa poesia – ne avevo bisogno. Perché dice tutto ciò che c’è da dire. Benché sia notte, anche e soprattutto nella notte dell’anima, qualcosa c’è e si fa sentire. Qualcosa che scorre, che splende di nascosto, che ci appartiene senza alcun dubbio. Una sorgente nel cuore e dentro la mente – e non ti puoi sbagliare, c’è.
San Juan de la Cruz la chiamava Dio. Io no, eppure la conosco bene. E so di appartenervi.

Questo è l’originale:
Qué bien sé yo la fonte que mane y corre,
aunque es de noche.

Aquella eterna fonte está escondida,
que bien sé yo do tiene su manida,
aunque es de noche.

Su origen no lo sé, pues no le tiene,
mas sé que todo origen de ella tiene,
aunque es de noche.

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