Io son Benedetta
e nacqui interdetta
all’arte provetta
de La Cotoletta
Non v’era ricetta
per me, poveretta:
– Non son così oca
da farti da cuoca –
urlai al mi’ marito
il diniego proibito
Eppure, un bel giorno,
‘no chef di Livorno
mi fece capire
la via da seguire
“Io penso al vaino –
fancul l’arrostino”
ti sia da ricetta,
gentil Benedetta
Mi diedi da fare:
maldestro impastare
e infin l’intubare
nel rio micronde
che sempre diffonde
la Mistica Rosa
su chi è casalinga,
ma un poco riottosa
Ne fui illuminata,
girai la frittata:
divenni assai brava
con torte e tortini,
spaccai in tivù
cocendo l’sartù
Sì, feci quattrini
con due pasticcini
Or, com’è normale,
io sono assai ricca,
c’ho del personale
che frigge ‘l guanciale
e assai mi cucina,
in casa e in giardino,
sautet di gallina
col bel risottino
Secca è la sfoglia,
grassa è la via.
Dite la vostra:
io son Parodia.