E’ nozione condivisa che la Borgata Sassi debba il suo nome al fatto che quando si dovette spianare la cima del Colle di Söperga per costruirvi la ferale Basilica (1717), i sassi di risulta vennero fatti rotolare (?) fin quaggiù; poi qualcuno nel 1884 pensò bene di realizzare la famosa cremagliera, la Dentera, per riportare su se non i sassi almeno i sassesi e gli auspicati turisti.
Ebbene, circa vent’anni fa piombammo anche noi in loco e iniziammo per forza di cose a fare birdwatching e birdlistening h24, o quasi: nel giardino e nell’orto si avvicendano principalmente cinciarelle, cinciallegre, cince bigie, cince more e qualche rara volta una coppia di elegantissime cince dal ciuffo; a volte si appalesa qualche capinera e persino dei cardellini, un frosone e un lucherino.
Abitatori numerosi e voraci sono i codibugnoli che giungono a frotte, scompigliano il territorio, si cibano e se ne volano via di nuovo tutti insieme. Più flemmatici i fringuelli, che inanellano passetti circospetti; come pure le sterpazzole, a saperle distinguere. Ancora pettirossi, maschi e femmine; più raramente il codirosso, il verdone, il picchio rosso e il muratore.
Anni fa uno scricciolo ardimentoso e affannato s’incaponì a costruirsi il nido sul telaio di una tenda esterna chiusa: ci mise un paio di giorni poiché non riusciva ad ancorarlo, e rametti e pagliuzze continuavano a cadere… Con una sorprendente dose di tenacia alla fine l’ebbe vinta, mise su casa con la sua sposa e infine dettero alla schiusa i pulcini che presto s’involarono! Per la cronaca: il nido, ormai disertato, è ancora lì, anche perché non apriamo mai quella tenda…
Tra gli altri minuscoli volatili avvistati sulla monumentale magnolia: il regolo e il fiorrancino, ma abbiamo dei dubbi sul luì, che sia proprio lui; come anche l’usignolo, che lo senti ma non lo vedi.
Elencando le presenze più frequenti: ovviamente merli, tordi, storni, gazze, cornacchie, corvi; più leggiadre le tortore, variopinte le ghiandaie, affezionatissimi ai luoghi i colombacci.
Oltre al “falco alto levato” di montaliana memoria, probabilmente un nibbio, in un’occasione una poiana se ne volò via dal bosco incombente con una preda nel becco, inseguita da due cornacchie strepitanti e molto interessate a impossessarsene.Da segnalare l’assoluta assenza dei passeri, a una cinquantina di metri sul livello di corso Casale, a parte un’estemporanea passera scopaiola: averla piccola, ma averla!
Spostandosi verso riva di Po, a un chilometro circa, tra il Ponte di Sassi e il Parco del Meisino, alla confluenza della Dora Riparia, gli avvistamenti più tipici sono le folaghe, gli svassi, i germani, le morette (che s’immergono tutte insieme, anche a stormi di venti individui, come per assolvere a un ordine), i moriglioni dalla bella testa color ruggine, i cormorani, i banali gabbiani, ma anche un cacciatore d’Italia a spasso su una momentanea barena; garzette, aironi bianchi e cinerini, tarabusi, lombardelle e oche bianche, gallinelle d’acqua e ballerine.
Per qualche tempo si videro anche delle anatre mandarine giunte da chissà dove e presto scomparse, maschi e femmine; ma l’esperienza più emozionante si ha quando sfreccia il martin pescatore lungo la sponda o quando attraversa il fiume volando a un metro dalla superficie: guizzi di blu sopraffino.

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