Bot euro crisi spread

 

Mio padre impazzì nel dicembre del 2011.
Avvolto nella sua vestaglia bordeaux a righe nere, non faceva altro che camminare avanti e indietro per la casa. Si era ridotto a un rumore pesante di pantofole e ad un continuo ritornello di termini economici.
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Lo osservavo quasi infastidita. L’intero paese stava affondando nella più nera delle crisi, ma erano davvero i soldi a reggere il mondo?
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Eccolo di nuovo sulla soglia della porta, si avvicinava il momento più brutto, quello del pranzo. Una famiglia normale avrebbe pranzato dinanzi alla tv, ma la nostra no. I telegiornali parlavano di recessione, vi era perdita ovunque e di certo non avevamo bisogno di altre parole da aggiungere alla crisi-compilation di papà.
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I pochi capelli rimasti svolazzavano sulla sua testa tonda. C’era crisi anche lì.
Le mani piccole di mamma rassettarono velocemente la tavola. Forse l’unica a non sentire l’arrivo della crisi era lei, d’altronde ci aveva sempre amati incondizionatamente.
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Nella tasca della vestaglia bordeaux, un numero del Sole 24 ore. Era di un paio di anni fa, quando il manto nero della crisi non aveva ancora coperto l’Italia.

Mio padre venne a mancare nel gennaio 2012 . La sua vestaglia bordeaux a righe nere rimase appesa all’uomo morto di legno per tutto l’anno seguente.
Una sera mi ci avvolsi per sentirne ancora l’odore, poi vidi le sue pantofole riposte in un angolo tra l’armadio e il comò, e le indossai. Il rumore pesante dei miei passi mi tornò familiare, BOT EURO CRISI SPREAD BOT EURO CRISI SPREAD.

Era passato solo un anno. Quella fu la sua eredità.

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