“Trovo Call my agent Italiano (quello francese aveva ben altra classe & recitazione) inguardabile. Il nostro è tutto smorfie stracaricate, personaggi stracotti. A guardarlo ci provo ogni sera, poi scappo urlando a farmi salvare dal primo poliziottesco o medicarello usa, canadese o anche francese.” Con queste parole di Giovanna in testa mi sono accinto a guardare gli ultimi 2 episodi di Call My Agent alla ricerca di smorfie stracaricate dei personaggi stracotti.
Per chi non l’avesse visto Call My Agent è in qualche modo la continuazione di Boris, di cui espande il viaggio nel mondo del cinema facendo entrare nella fiction personaggi reali del mondo del “nostro” cinema come guest stars. E che personaggi verrebbe da dire: solo per citarne alcuni l’intera serie apre con Paola Cortellesi (prima del boom cinematografico), Paolo Sorrentino (episodio gustosissimo), Corrado Guzzanti, Favino e Anna Ferzetti, Accorsi, Claudio Santamaria, Muccino, Andrea Pennacchi, Serena Rossi, Elodie e Sabrina Impacciatore. Ognuno di loro ha messo un po’ dei propri tic al servizio delle storie arricchendole e rendendosi piacevolmente familiari, narrando il loro dietro le quinte.
Poi c’è il cast stabile nel quale ogni interprete è essenziale alla riuscita delle storie ed esce fuori in perfetta armonia senza mai sovrastare gli altri. Su tutti però spicca lo sguardo delle donne: innanzitutto Marzia Ubaldi autorevole, sarcastica e con lo sguardo disilluso di chi ne ha viste troppe in anni di carriera; Emanuela Fanelli caricatura di sé stessa, sempre sopra le righe fino all’inquadratura finale, in cui scioglie il personaggio nel suo sogno futuro di diventare una star; Sara Drago – una sorpresa per me che non la conoscevo – con un viso bellissimo e quelle smorfie (proprio quelle sì) che ne cambiano i connotati come un clown.
Per non dilungarmi oltre mi fermo e non parlerò delle altre interpreti o delle parti maschili, ma ognuno è essenziale per la riuscita corale della serie. Ora, il fatto che non conosca la serie originale francese è sicuramente un mio limite, mi limito però ad osservare che questa parla del nostro mondo, ci mostra personaggi che conosciamo al di là di quelli – sì stracotti – che fanno le solite ospitate nei programmi TV ed ha l’indubbio pregio di tenerci compagnia durante le due stagioni.
E come succede in questi casi, alla fine resta un po’ la nostalgia per doverli salutare: dico poca perché il finale ha forse un tono minore, ma questo è un altro pregio perché avremo meno rimpianti nel pensare che la serie è finita, visto che Marzia Ubaldi ci ha salutati il 21 ottobre dello scorso anno (e questa è tanta nostalgia) e senza di lei si apre un buco difficilmente colmabile. E se, come dice Giovanna, potete sempre ribellarvi e andare alla ricerca di un poliziottesco o medicarello vi chiedo: perché rinunciare alle scene che ci regalano le inquadrature di Piazza del Popolo, dei localetti del Pigneto, del Lido di Venezia? Parafrasando Corrado Guzzanti, “america’ ma io e te che ca##o se dovemo di’?”
ma boris mi è piaciuto da matti