Cantico delle creature rovesciate
delle vite assorte
del futuro da cui ci sentiamo assolti
se lo leggiamo nelle linee strette di una mano.
Contano gli anni, pesanti come pietre
ad una ad una, scoscese, solitarie
ognuna accanto all’altra
nel rosario dirupato di ogni vita
la fatica smisurata delle cose
nella notte
si sente da lontano.
L’amore è una preghiera
crede alla paura, alla pioggia
agli animali
al vento che accompagna la partenza
e invece soffia contro
per chi sta fermo e vorrebbe ritornare.
Canto della bellezza senza pace
del Dio del cielo e della terra
che ha ancora troppi nomi per la sua preghiera
dei gesti muti di chi lo cerca invece
e ogni giorno chiede
non si stanca ancora di cercare.
Canto universale di chi ti vuole bene
delle creature che rendono la nostra vita buona
delle creature intelligenti
delle creature che ci sono necessarie
di quelle costrette invece a improvvisare
condannate forse a non sapere.
Preghiera per gli agguati della sera
perché la sofferenza possa farsi seme
oltrepassare la fine senza senso delle cose.
Preghiera nella precarietà dell’esistenza
preghiera per chi tace
per chi diventa cieco
o si rifiuta di vedere.
Cantico oltre le mie forze
preghiera di una parola sola
per la santità quasi disillusa
di chi ancora si vuol bene.