Canzoni e persone

volte sei lì, in macchina, con la radio accesa, e parte una canzone. Che sai a memoria, perché l’hai sentita millemila volte, da che sei nata, in pratica. La conosci come gli alberi della strada verso casa, come la porta della tua stanza, come il marciapiede. C’è da sempre, non sai quando l’hai sentita la prima volta, non lo ricordi, l’hai avuta intorno da quando t’è capitato di sentire musica, fischiettarla e cantarla è quasi un riflesso condizionato, perché la sai e ti viene spontaneo ogni volta che la incroci, senza pensarci e senza neppure ascoltare lei che suona e te che la canti.
E in quel preciso istante lì, invece, ti fermi un attimo, mentre ti sta per partire il canticchio, ti blocchi, la ascolti. E ti accorgi, riflettendo, che in fondo è proprio brutta, ma brutta brutta, anzi madonna è orribile, una cosa che non si può senti’. E poi è anche scema, e banale, e dice anche parole che tu non diresti mai, mai penseresti, che non condividi. E allora sei lì, ferma, in macchina, con le note che si sono strozzate in gola, e non riescono ad uscire più, perché d’improvviso capisci che non ti eri mai chiesta se ti piacesse davvero, quella maledetta insulsa canzone: l’avevi assorbita come una fatalità, come un elemento del paesaggio, senza riflettere su ciò che era, senza valutare cosa fosse davvero, quanto poco valesse, come fosse lontana da te, persino irritante.
Capita anche con le persone, a volte.

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