C’è ancora un (gran) film

Questa potrei chiamarla la mia “postrecensione”. Di reazione: dalla proiezione in tv del film “C’è ancora un domani”, si è scatenata su FB una pioggia di critiche feroci all’opera di #PaolaCortellesi. Una gara senza pietà di snobismi e irritazioni. Ed è noioso, e scontato, e imitatore scarso del neorealismo, sconnesso – e per di più ha il finale cannato, eccetera eccetera…
Sarà una nuova moda? Eppure a vederlo e a trovarlo ottimo siamo state, e stati, milioni. A me è piaciuto, al tempo. Al primo momento mi sono detta solo “un buon film”, poi mano a mano ho scoperto che continuava a parlarmi e risuonarmi dentro. L’ho sentito come innovativo, surreale, umano, fantasioso, intelligente. Un linguaggio cinematografico che a tutto il precedente può alludere, ma ne è profondamente diverso. Più lo evocavo in me, più mi sentivo stimolata nella mente e nel cuore. Mi faceva pensare e sentire. Le immagini mi si fissavano a fondo, scena per scena… già, per me era ben più di un bel film. Era un gran film, molto NUOVO sotto ogni punto di vista. Sarò vecchia (ho 81 anni), sarò fuori moda, sarò poco brillante – sarò anche una giornalista inesperta di critica cinematografica. Ma mi è piaciuto. Lo confesso. Io, Giovanna Nuvoletti.

0 commenti su “C’è ancora un (gran) film”

  1. può apparire surreale ma ci sono anni di storia raccontate con dignità e una forza evolutiva che solo le nostre madri hanno saputo mostrare…Bravissima la Cortellesi, bello tutto… tanto da divorarlo step by step..

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