C’è norma e Norma

Se dico norma che vi viene in mente?
Una regola, un’imposizione, uno standard? La dittatura della maggioranza sulla varietà?
A me per esempio, che evidentemente a quanto sopra sono refrattaria al punto di rimuovere il concetto stesso, fa comparire all’istante un ricordo olfattivo e sonoro: la Callas a tutto volume in un giorno d’estate, io che ci canticchio dietro, profumo di melanzane e pomodori freschi.
Salsa che sobbolle, le melanzane a fettine sottili spurgate e asciugate che friggono in padella, l’acqua per la pasta che inizia a gorgogliare.
Tagliavo a pezzettini metà delle melanzane, l’univo a metà della salsa, ci saltavo dentro gli spaghetti, poi tutto in una zuppiera con sopra il resto del sugo e delle fettine fritte, una grattata di ricotta affumicata e via.
Nel frattempo Maria continuava a cantare, e i vetri della credenza vibravano facendo tintinnare i bicchieri, e a me venivano i brividi, nonostante il caldo, e sentivo salire un languore che non era solo fame.
Ecco cos’è Norma, per me.
Estate, profumi e musica.
E un ricordo di Catania nel cuore.

(un grazie profondo al papà di Luchino che me l’ha fatta assaggiare la prima volta)


 

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