Chi ha svegliato Topolino?

 

Chi ha svegliato Topolino? Dormiva così bene, dopo che il mago l’aveva strigliato per i suoi disastri da apprendista straccione! Ha covato rancore e rivalsa nella sua stanzetta sottocoperta, sulla nave della Disney Cruise, rimuginando sul ruolo di pupazzone da foto ricordo e mollando astiosi pizzicotti ai bambini più prepotenti, così, di nascosto, senza farsi notare da mamme distributrici compulsive di cibo scadente. Poi è caduto in quel sonno melmoso di chi non ha voglia che sia domani e dimentica di puntare la sveglia. In sogno agitava ancora la sua bacchetta, con vigore sempre maggiore, e ascoltava la musica diabolica di Paul Dukas. Intorno a lui gli elementi reagivano all’ordine e alla noia, in sintonia col suo bisogno frustrato di grandezza. Il vento strappava il cappello ai grattacieli e le braccia alle gru, e l’acqua si scopriva femmina e pericolosa. Ogni cosa inanimata rivelava l’inganno e convergeva a vendicarsi di Yen Sid, lo stregone geometrico, il costruttore di Luna Park per adulti.
Saltavano centrali elettriche, crollavano facciate, lasciando esposte le quinte di vite qualsiasi. E si spegneva mestamente ogni illuminazione, tutto quel gran rutilare presuntuoso, quel fascino d’accatto da cerone di guitto. Tutto, con gusto teatrale, rischiarato a tratti da lampi memorabili, quelli da foto ricordo dello Skyline di Manhattan. E l’anziano apprendista dai capelli bianchi, si levava alto sulla notte, sfidando il maestro piegato. Ma chi ha svegliato Topolino dal suo sogno di gloria, chi ha fatto sorgere l’alba sulle macerie della sua magia?
Ora, sul ponte della nave, contempla il disastro, l’ennesimo, reggendo per un orecchio il testone di gommapiuma.

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