Cinquanta sfumature di Cenerentola

Ci sono momenti nella vita di un uomo in cui ha voglia di buttarsi su un divano con una birra senza lavarsi i piedi, di una serata calcio e rutto libero con gli amici, di tirarsi una sega in pace davanti a un film porno. Ci sono, analogamente, momenti nella vita di una donna in cui ha voglia di sentirsi come Anastasia Steel e sognare Christian Grey. Per quale motivo? Per un lungo elenco di motivi, non meno reali né più nobili di quelli che stanno alla base della birra, del rutto e della sega. Altrettanto ferocemente umani.

Cinquanta sfumature di grigio, al centro di critiche e polemiche specie da parte maschile, non incarna un solo sogno femminile, ma un intero campionario.

Sogno n. 1: il principe, bello, ricco e innamorato. Che altro dire?

Sogno n. 2: la passione. Le scene di sesso tra Christian e Anastasia, massa magra allo stato puro e depilazione totale, sono innocue e patinate, prive di crudezza, vicine a un immaginario femminile classico.

Sogno n. 3: il problema da risolvere. Chiunque abbia letto Propp sa che senza un ostacolo da superare non c’è favola, quindi ecco che il principe nasconde un frustino, e non lo usa per il cavallo, anche perché gira in elicottero.

Però un principe non può essere cattivo, e quindi eccoci al Sogno n. 4: il mio amore ti salverà.

Io non faccio l’amore, scopo. E in più gradirei riempirti di botte. Più o meno questo l’esordio di Christian al primo appuntamento con Anastasia. Dopodiché inizia a circondarla di regali e attenzioni, è sensibile alle sue esigenze, disposto a mediare, è sincero e corretto, le confida il suo difficile passato, la presenta persino ai genitori dopo un solo incontro. Mentre nella realtà spesso si inizia con parole d’amore e si finisce con lividi e botte, al contrario quest’uomo, che della canaglia ha solo il sorriso, parla di frustate ma elargisce amore a piene mani. E cos’è questo, se non un sogno?

Qualcuno ha detto che è un film sessista, perché lei è vergine e sottomessa. Vergine, beh una volta nella vita bisognerà pur esserlo. Ah dimenticavo, c’è anche il sogno numero zero: lo sverginamento perfetto! Sottomessa, per nulla. È lei il personaggio positivo: intelligente, colta, tenace, moralmente integra, disinteressata ai soldi ma straordinaria negoziatrice dei sentimenti. Qualcun altro ha detto che è un film immorale. Io lo trovo al contrario moralista. La perversione è vista come conseguenza di un trauma, come una malattia da curare, cosa che ha fatto arrabbiare non poco i veri appassionati di sadomaso, dimostrando che il vero target non sono loro, bensì la donna media, o meglio quella componente di donna media che si nasconde in ogni donna. Quindi, cari uomini ipercritici, lasciateci le nostre sfumature di grigio, anche se è un film mediocre, studiato per fare soldi, scopiazzato da altri quattro o cinque film. Se a voi piace credere che le pornostar abbiano seni naturali e non fingano i loro dieci orgasmi al minuto, lasciateci sognare che Christian Grey esista e che sia pronto a rinunciare alle sue perversioni per amore. Forse l’ultimo baluardo della differenza di genere è proprio nel diverso modo di ingannare se stessi.

 

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