Cipollotto

Sabato mattina, piove, è primavera, piove.
Ci sta. Marzo pazzerello.
Mi annoio, decido di uscire per una provvista di verdura e fragole. Vado da “Verdura”, una catena alimentare dove puoi trovare tutto ciò che non pensi di trovare. Entro, mi sento piuttosto allegra ma quella allegria che potrebbe essere scambiata per i primi sintomi della demenza.
Inizio a parlare con la verdura ma il mio è un monologo: “ma quanto sei cara” … “ma quanto sei caro”
Un banco di colori, di forme e di profumi fanno venire voglia di minestrone, di melanzane ripiene, di peperoni ripieni, di eleganti asparagi, di gnocchi fatti con vecchie patate, di patate novelle che rotolano nella teglia dell’arrosto, piselli da sgranare come faceva mia nonna, ti siedi, metti tra le gambe sul grembiule quadrettato un recipiente e via, prendi il baccello, l’apri e fai cadere i piselli.
Intanto puoi conversare, guardare la televisione, ascoltare la radio e loro rotolano divertiti .
Proseguo con il mio carrellino al reparto frutta, inseguita da un signore anziano distinto che già mi guardava strano e mi affiancava incuriosito dalla mia parola.
Mi volto, lo guardo e gli dico: “sto conversando con la verdura, oggi va così”.
Sul banco frutta, vincono le fragole, rosse e profumate.
Dice un vecchio proverbio: “amore e naso rosso non si nascondono”.
Sempre inseguita dal signore anziano, mi dirigo verso il cipollotto di Tropea, il cui prezzo è da quotazione alla borsa di Milano.
Ne scelgo uno, quello più grande, lo impugno con la mano destra, l’alzo al cielo come un trofeo … e rivolgendomi al signore gli dico: “questo potrebbe essere usato come arma da difesa”.
Non sorride, anzi diventa sempre più serio e io, al contrario, sempre più divertita.
Fine della storia di un cipollotto rosso di Tropea, audace, tenace e dal cattivo odore al punto da allontanare, a sua insaputa, chi ti si avvicina.
… eppure in casa per tutta la sala e per tutta la notte s’esala l’odore di fragole rosse” che passa col vento…