Sì, questa volta posso dire “col senno di prima”. Un paio di mesi prima del voto europeo dell’ultimo weekend avevo scritto e firmato con un gruppo di amici la “Lettera aperta ai/alle dirigenti di Azione, ItaliaViva, +Europa” che qui riproduco.
“L’importanza delle prossime elezioni europee non sfugge a nessuno; basta pensare ai conflitti in Ucraina e in Medio Oriente, alla necessità assoluta che l’Unione si doti di nuovi strumenti di governo per agire in ambiti fin qui ignorati, trascurati o malamente affrontati, come la difesa, il bilancio comune, i flussi migratori.
La domanda “chi vincerà” è fuorviante; data la complessità dell’architettura istituzionale europea a contare è l’equilibrio complessivo che scaturirà dal voto dei cittadini; sarà quello a determinare i successivi passi politici.
Il punto decisivo – tutti concordano su questo – è la tenuta dello schieramento che, con tutte le diversità interne, si può però considerare sicuramente europeista (Popolari, Socialisti, Renew Europe e Verdi) di fronte all’attacco delle due destre: una (l’ID di Salvini, Le Pen, AfD & C.) più estrema, l’altra (l’ECR di Meloni, PIS e Vox) meno ma anch’essa sovranista ed euroscettica.
Dentro questo confronto un risultato assumerà un significato particolare, quello che vede da una parte Renew Europa, dall’altra l’ECR. Se dovesse esserci il sorpasso della seconda a danno della prima – possibilità non esclusa dai sondaggi – anche se non si capovolgerebbe la maggioranza nel Parlamento di Strasburgo, un’eventuale crescita dei voti alle destre ne verrebbe fortemente enfatizzata.
Se gli elettori italiani potranno contribuire a che questo non si verifichi dipende da voi. A causa dello sbarramento del 4% previsto dalla nostra legge elettorale, nessuna delle vostre formazioni politiche, se si presenta da sola, ha la certezza di superare quel limite; che invece sarebbe sicuramente e ampiamente superato se deciderete di presentarvi insieme in una stessa lista.
Non c’è nessun ostacolo politico o programmatico che impedisca questa decisione; le vostre posizioni sull’Europa sono vicinissime per non dire identiche, lo stesso è per la collocazione e la condotta nel Parlamento di Strasburgo. Più in generale come si è visto anche recentemente nelle votazioni sull’Ucraina nel Parlamento italiano, sulla politica estera le vostre posizioni sono largamente convergenti.
Fra le vostre organizzazioni ci sono invece diversità di valutazioni, di comportamenti, di prospettive quanto alla politica nazionale; ne siamo consapevoli, le rispettiamo. Se, nonostante questo, ci permettiamo di rivolgervi l’appello a offrire agli elettori italiani una lista unica che vi comprenda tutti è prima di tutto perché sarebbe grave che mentre tutti gli altri potranno affidare con tranquillità il loro voto a sostegno di una delle grandi famiglie politiche europee, solo quanti volessero sostenere RenewEurope si trovassero nella pratica impossibilità di farlo.
Ma c’è un ulteriore argomento che dovrebbe indurvi a superare ogni perplessità e a fare senza riserve questa scelta. Nel voto per il Parlamento europeo sono previste – fortunatamente – le preferenze attraverso le quali gli elettori potranno dare precise indicazioni e voi potrete misurare la consistenza del seguito di ciascuna delle vostre organizzazioni raccoglie, dato certamente significativo sulla scena politica nazionale.
Tutto induce a farlo, nulla sconsiglia di farlo: fatelo!
Con amicizia e fiducia”
L’appello ebbe poca risonanza e nessuna fortuna. Purtroppo, alla prova delle urne gli esiti sono esattamente quelli previsti in questa rapida analisi: 1.654.428 italiani che hanno votato per una delle liste ai cui dirigenti la nostra lettera aperta era indirizzata hanno visto bruciata la loro scheda. Con triste malignità (lo riconosco) constato che hanno trovato conferma anche altre previsioni. Una – se vogliamo – minore. L’importanza delle preferenze, sottolineata in chiusura, è tanto vera che sta alimentando una deprimente gara fra concorrenti fantasma, poiché è evidente che anche le preferenze si sono incenerite insieme alle schede su cui erano scritte.
L’altra previsione esplicitamente descritta, invece, non può assolutamente essere considerata “minore”. Il ventilato e temuto sorpasso della destra ECR nei confronti di RenewEurope nella composizione della nuova Assemblea parlamentare europea si è verificato, cosicché il gruppo della prima è ora terzo e quello della seconda è passato al quarto posto.
Da 102 eletti contro 68 si è passati a 82 contro 80: RenewEurope ha perso 22 seggi. I voti italiani buttati via non avrebbero certamente colmato una perdita così consistente; ma visto il distacco odierno di appena due eletti avrebbero consentito a RE di mantenere la posizione di terzo gruppo. Non si sarebbe verificato il simbolico sorpasso che sta in effetti enfatizzando la crescita dei voti alle destre.
molto interessante!