Come eravamo

Mi viene incontro quasi trascinato da una ragazza straniera, che parla al telefono a voce troppo alta. Lo sguardo di lui è smarrito, e l’andatura a metà racconta tutto. Ma io lo riconosco, il giovane leone che al mare fece perdere la testa a tutte noi informi pallette quindicenni.
La sera lo guardavamo passare a prendere la bellissima di turno sulla Giulietta Sprint rinchiuso dentro una camicia azzurra come i suoi occhi, un braccio appoggiato al finestrino. Saliva, la leggiadra, conscia del potere effimero che per quella sera l’avrebbe fatta sentire l’unica amata tra le amate, pronta per quel giro di night a subìre il postumo destino delle abbandonate estive che l’avevano preceduta.
Ma noi. Noi mangiavamo l’anguria con le gambe a penzoloni dalla terrazza, volevamo essere Doris Day e avere un vitino di vespa, un armadio pieno di talleurini fondant ed essere tutte amate da lui.
Sembra ieri. Appena ieri. Ciao ciao bambina.

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