Non ho purtroppo conosciuto personalmente Assen Peikov (1908-1973) lo scultore bulgaro trapiantato in Italia che divenne presto famoso come ritrattista di personaggi illustri e per avere realizzato la gigantesca statua di Leonardo da Vinci posta all’ingresso dell’aeroporto di Fiumicino nei primi anni Sessanta.
Si sa che era un tipo estroso, loquace e arguto, tanto che Renato Guttuso amava spesso raccontare di certe sue esilaranti uscite a sorpresa. Come quando al termine di un pranzo non propriamente di suo gusto l’ottimo Assen fu sollecitato a dire la sua sull’ opera della padrona di casa, una signora romana, dilettante di pittura, e col suo classico accento slavo a un certo punto sbottò: “ma, mia cara signora, la pittura è come la cucina… e voi, come potete dipingere se non sapete cucinare…?”
Di Assen Peikov oggi a Roma esiste un largo titolato a suo nome, un giardino verde in cima al Colle Oppio.
Lo scultore aveva studio in Via Margutta 54. Arnesi,cavalletti, disegni, bozzetti e calchi e busti in terracotta (da De Chirico a Bontempelli, da Savinio a Barilli, da Sofia Loren ad Ava Gardner e Abbe Lane, dai Kennedy fino a Papa Paolo VI) sono rimasti in quel luogo fino al 2008 quando i proprietari hanno sfrattato il figlio, unico erede dell’artista, insieme a quel prezioso patrimonio che adesso credo sia stato trasferito a Sofia, in Bulgaria, dove Peikov era nato.
Conclusione: ad Assen Peikov, autore del monumento a Leonardo, viene intitolato un largo in un parco di Roma; ma tutta la sua opera, realizzata in Italia durante 50 anni, viene lasciata partire senza il minimo interesse. Così vale da noi la vita di un artista.