Preoccupati dalla sicurezza sui social-cosi? Paura che Facebook e fratelli vi rubino dati sensibili e informazioni personali?
Difendersi è più semplice di quel che può sembrare a prima vista. Due sono le strategie principali:
1) Stare sul vago
2) Raccontare balle.
L’ideale sarebbe alternare gli accorgimenti senza uno schema preciso, così che sia impossibile trovare una logica, o addirittura utilizzarli abbinati.
È per questo che non rivelo mai, per esempio, l’indirizzo della mia villa a due piani più tavernetta più mansarda sui colli bolognesi.
Così come sorvolo sulla targa della mia Ferrari 488 GTB. Neppure il colore dico; non si sa mai. La piscina, non è che sto a specificare le misure, o se è riscaldata o meno.
Manco sotto tortura, poi, rivelerei il nome dell’agente che mi procura contratti editoriali milionari all’estero.
Ah, le foto, naturalmente. Perché rischiare e mettere le nostre vere sembianze? Che poi ci riconosce la compagna delle elementari, quella del banco davanti a cui tiravamo le trecce. Meglio, molto meglio, un’immagine rappresentativa. Qualcuno che ci somigli, magari leggermente in meglio, ormai che ci siamo. Un attore di Hollywood, per esempio. Io ho messo Brad Pitt. Oh, non è colpa mia se mi dicono che siamo due gocce d’acqua.
E i bambini? Il timore è che i pedofili facciano incetta di foto di minori per turpi scopi, quindi sarebbe meglio evitare. Ma se poi le nonne vogliono vedere il nipotino? La soluzione c’è, ed è a portata di mano. Un sapiente vedo-non vedo, un qualche artificio per nasconderlo in parte e il gioco è fatto.
A mio figlio Guidobaldo, di un anno, ho piazzato occhialoni, baffi e sigaro. Sembra Groucho Marx in culla. I pedofili perderanno ogni gusto e la nonna è contenta.
Prudenza ci vuole, che il mondo è cattivo e là fuori è pieno di bugiardi.