Con allegria

 

 

 

Oggi ho visto un uccellino minuscolo, appena nato e senza neanche una piuma. Era sul marciapiede, morto, così piccolo che per poco i passanti non lo schiacciavano. Sarà caduto da un nido lassù, non so bene da dove perché lassù ci sono solo cieli e non ci sono alberi. Appena l’ho visto ho sorriso e mi si è stretto il cuore.

Hai sorriso? Chiederebbe qualcuno. Ho sorriso perché quella morte mi ha ricordato il mio primo gesto di amore. Ero molto piccola anch’io e giocavo nel cortile della parrocchia con la mia amica del cuore. La rincorrevo, lei mi rincorreva, andavamo sulla giostra e la facevamo girare fortissimo. Poi, dietro un albero, abbiamo visto un piccolo uccellino tutto sporco di terra, senza piume, proprio come questo, ma con la testa divisa dal corpo. Aveva gli occhietti quasi trasparenti e la pelle così delicata che ci veniva da coprirlo.

Siamo andate da Don Bosco a farci dare due scatole. “Tu prendi il corpo e io la testa” le ho detto, “lo curiamo bene, lo laviamo, lo asciughiamo, aspettiamo che gli crescano le piume. Tu la tua parte, io la mia. Tra una settimana ci vediamo e le rimettiamo insieme. Poi, lo guardiamo mentre vola”.

“Volerà?”

“Certo che volerà, non ha mai volato, nemmeno una volta. Ne avrà una voglia matta”

“E come lo rincolliamo?” mi ha chiesto lei.

“Non lo sai che le cose si rincollano da sole?” le ho risposto e nel frattempo pensavo a qualche storia confusa che mi avevano raccontato sulla coda delle lucertole. Ci siamo salutate con allegria, ognuna abbracciando la propria scatola, gli occhi pieni di entusiasmo e la voglia di rivederci presto per lasciarci alle spalle quella piccola morte.

Non so se in quel momento fosse più forte il mio amore per l’uccellino, che aveva bisogno di tante cure, o il mio amore per lei, capace di rincollare ogni cosa, ma sono due amori che non ho mai dimenticato.

 

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