Corsi e ricorsi

Ancora ricordo, dopo quarant’anni, un incubo che mi fece svegliare terrorizzata. Sognai una fila di bambine tutte uguali che scorrevano, loro immobili, su un nastro mobile. Erano vive, con gli occhi fissi, una dietro l’altra. Non avevano niente di spaventoso di per sé e fino a oggi non mi ero mai spiegata davvero perché una simile scena potesse ispirarmi terrore puro. Ma oggi mi è capitato di rileggere i versi:

« Il Cielo e la Terra non usano carità,
tengono le diecimila creature per cani di paglia.
Il santo non usa carità
tiene i cento cognomi per cani di paglia. » (Tao Te Ching)

Credo di aver capito finalmente il senso di quel sogno e perché mi terrorizzò così.
Anche se oggi questi versi quasi mi consolano.

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