La storia di Sana, la giovane pakistana cresciuta a Brescia, per la cui morte sono stati accusati padre e fratello, sembra aver ispirato “Cosa dirà la gente” della regista Iram Haq. Appena uscito nelle nostre sale, il film è invece un un doloroso amarcord della stessa Haq.
Nisha, 16 anni, vive con la sua famiglia a Oslo: è una ragazza vivace, perfettamente integrata nella società norvegese, che cerca di rispettare, con qualche licenza di troppo, le regole imposte dalle rigide tradizioni del suo paese d’origine. Su una popolazione di 5 milioni di abitanti la Norvegia conta una comunità di 50.000 pakistani, non necessariamente religiosi in senso ortodosso, ma molto ligi nell’osservanza di usi e costumi di casa loro. Le prime a pagarne le conseguenze sono le figlie femmine, tenute a salvaguardare, soprattutto nella forma, pudore e riservatezza. La parola d’ordine è salvare le apparenze, evitare pettegolezzi tra parenti e amici: i genitori di Nisha sono più preoccupati di “What will people say”, che della felicità di loro figlia.
Con uno stile asciutto in un crescendo di situazioni drammatiche, la Haq racconta la vicenda personale di Nisha e, insieme, lo scontro culturale tra due mondi diversi. Quello tra la società permissiva da un lato e protettiva dall’altro del paese scandinavo e quella opprimente della comunità pakistana. Se non fosse stato girato da una donna appartenente alla stessa cultura, il film potrebbe sembrare quasi un attacco a chi proviene da altri paesi, professa un’altra fede e ha modi di vivere estranei alla civiltà occidentale. La mortificazione della figura femminile, esaltata solo nel ruolo di madre e figlia devota, è oggi inaccettabile nella maggior parte delle società che non siano confessionali o dominate da regimi autoritari. Eppure – ed è forse questo l’aspetto che risulta fastidioso – c’è un’esaltazione eccessiva del sistema di welfare dei paesi nordici, dove sì l’uguaglianza di genere è fortemente rispettata ma dove il tasso di violenza domestica è tra i più alti al mondo: è sufficiente leggere i romanzi di Anne Holt o Liza Marklund per farsene un’idea.
Applaudita al Toronto Film Festival, la pellicola è comunque di grande interesse, l’attrice che interpreta Nisha, l’esordiente Maria Mozhdah, è bravissima nel comunicare il suo percorso e la sua crescita interiore: da adolescente sventata affamata di vita e di divertimento a giovane donna colpita nella sua dignità, in cerca di riscatto non solo per sé ma per tutte le altre che hanno subito o potrebbero subire la sua stessa sorte.
Cosa dirà la gente di Iram Haq – Norvegia/Germania/Svezia 2017
Norvegia Pakistan Violenza sulle donne