Barbara, meu amor,
continuo guardando l’orologio bellissimo che mi hai regalato. Avevo appena detto che resto al Milan, a Milano, vicino a te, con te. Que felicidade! Lo guardo, lo fisso, ma adesso non sono felice. Hai letto i giornali, hai letto il Corriere? Pare che il derby l’ho perso io: “Il papero non segna più e non si intende con Zlatan. Pato-Ibra da supercoppia a palla al piede del Milan”. Poi a pior maldade: “Boateng mediano è stato un fallimento”. Tutti sanno che è stato messo lì perché ho giocato io.
Tanti lo pensano; nello spogliatoio tambem. Os colegas pensam que comigo la squadra è messa male ; dalle parole cortesi del Mister entendo che mi fa jogar per obbligo.
E demais! Ho ventidue anni, sono un bravo calciatore; oltre ai soldi posso avere soddisfazioni e gloria. Ma posso anche finir male. Il nostro amore per me conta – se possivel – mais da bola; ma cosa diventa se io mi sento guardato come o namorado della figlia do Capataz? Mi dici che non è vero, che non lo pensa nessuno, che tutti sanno quanto sono bravo; ma io non riesco a cancellare as sombra, me la sento sempre addosso.
A Parigi c’è Carletto que me criou e mi vuole bene come un padre; il PSG ha progetti ambiziosi. Io sarei o diamante. Parigi, entendeu? Non Kiev, non Manchester: Parigi! Né a me né a te mancano i mezzi; possiamo avere bellissime case, vivere muito bem. E Parigi è a un’ora di aereo da Milano.
Pensaci, parlane. A Parigi! per noi, para nosso amor; e para o Milan tambem. Dillo, fallo capire a papà. Non fatemi diventare un brutto anatroccolo; liberatemiiiiiiiii.
Ti bacio com tanta paixao
teu Papero.