Cristina Parodia


 

 

Io sono Cristina.

Non sono D’Avena,

né sono velina:

son più perfettina,

fors’anche codina

 

L’accento nasale

che piacque al Maiale

mi rese fatale:

condussi il serale

 

La mia altèra fronte

divenne la fonte

del plagio tramato

dal Lui-Così-Amato

 

Veh, mille colori,

i figli col Gori

e poi dissapori

– non leggi il giornale?

 

Da La Parrucchiera

la cronaca nera

d’un bacio seriale,

inver pallosissimo:

condussi Verissimo

 

La mia sorellina

sfondava in cucina

mentr’io sorridevo

dal mio Medioevo,

ma in cor mi rodevo

 

Regale è la soglia,

per me così pia,

ma enorme è la noia:

nessun che mi spoglia.

 

Allfin che mi resta?

‘N imbroglio di testa,

son fuor dalla festa,

smarrisco la via.

 

E son Parodia.

 

 

Benedetta Parodia

 

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