Mi hai tenuta come fossi una bambina,
un amore antico,
un cristallo,
un approdo.
Io ho cantato per te,
raccolta nelle tue braccia
eterne e tremanti,
capaci
di amore smodato.
Al termine del canto,
mi hai chiesto
da dove provenisse
la mia voce.
“Che bella domanda”-
ho pensato e di slancio ho risposto:
“Dal cuore del mio cuore”.
Questo coraggio di donna non ti ha fermato
e le tue mani hanno ripreso un linguaggio della cura
che avevo smarrito,
millenario
siderale
intriso di lacrime e miele.
Ed è allora
che le parole si sono inchinate
rispettose,
per far posto al silenzio della neve,
all’intrico del bosco notturno,
al respiro dei daini in fuga.