Reclinati sul divano
tu tenore, io soprano,
della giostra dell’amore
ripercorro il batticuore…
ma se miro il tuo bel ciglio
vedo lampo di coniglio
e se scruto il tuo pensiero
parmi simile a sparviero
che, lanciatosi dal nido,
tosto emette unico grido:
“sono io di qua il re,
non c’è altri fuorché me!”
Donde ardore mi s’ammoscia,
accavallo l’altra coscia,
mi raddrizzo sui cuscini
e sorseggio il dry martini
riapro il libro abbandonato
sul passaggio mozzafiato,
poi riaccendo la tivù:
non mi voglio giostrar più!