A me non piaceva molto, ma l’ho seguito spesso. Con i sottotitoli in italiano, si intende. Per ventidue, ventitré, trentatré o trentacinque anni (secondo le fonti giornalistiche che ho consultato) e certo più di seimila puntate, David Letterman ha condotto il suo Late show, intervistando il mondo intero: grandi politici, attori, musicisti e pure poveri pirla.
Ora chiude. È stato unico, irriverente, inimitabile, intelligentissimo, imprevedibile, surreale e anche decisamente paraculo, cinico, arrogante e snob.
Ecco la frase con cui ha salutato il suo pubblico: «Tutto questo mi mancherà. Le opzioni sono due: o accetterò la transizione da persona ragionevole. O mi darò al crimine». Spiritoso, certo.
Secondo me, che un poco l’ho studiato, è misogino. Non lo dico solo io, lo ha sostenuto pure la scrittrice Nell Scovell, che, dopo aver lavorato alcuni mesi per lo show, se n’è andata furibonda. D’altronde, il geniale Mr. Letterman nei molti e molti anni di lavoro tra NBC e CBS ha assunto solo sette autrici, la più parte delle quali se l’è filata dopo poco tempo.
Allora anche qui le opzioni sono due: o Letterman è sessista, oppure noi donne siamo poco spiritose.