Ci fu un tempo in cui gli uomini di sesso maschile venivano trattati con rispetto. Una volta che avevano avviato il ciclo riproduttivo, dando vita ad un nucleo stabile, venivano addirittura chiamati: “capo famiglia”, erano insomma dei veri super eroi.
Avevano facoltà di aprire l’armadio e mettersi a strillare ” si può sapeeere dove caaazzo èèè il mio maglione verde “. Lui, il maglione verde, era lì che guardava e agitava la manica per attirare l’attenzione ma…. nessuno aveva niente da dire, gli davano il maglione e ciao. Oggi per analogo accadimento, finisci su Facebook con foto e 70 condivisioni.
Non c’era decisione in famiglia che non vedesse il capo famiglia coinvolto e i suoi gusti erano la stella polare degli acquisti familiari: mio padre usava un dopo barba che, per essere approvvigionato, richiedeva spedizioni internazionali, perveniva a dorso di mulo da esotiche muschierie del Caucaso; ma, non mancava mai.
Oggi vado a fare la doccia, insinuandomi nello slot, tra la ragazza che ha fatto il tapis-roulant e il giovanotto che ha fatto tardi e che, ça va sans dire, appena si sveglia ha bisogno dell’idrico ristoro. Insomma son lì che litigo con il miscelatore (perché le ragazze fanno la doccia a 130 gradi e lasciano il termostato impostato su “LAVA” ?) e cerco di velocizzare le operazioni individuando lo shampo.
Panico: vedo flaconi disseminati ovunque, sulle apposite griglie e sui bordi del piatto doccia, hanno tutti la stessa forma e si differenziano per un caleidoscopio di colori; quale sarà quello giusto? Non facile, c’è il “lunghi e ricci ” e quello “lunghi sfibrati”, il “giovani keratinizzante” e il “morbidezze colorate” , del “vecchi pochi e malandati” non c’è traccia, quindi afferro quello di un bel color mirtillo e spremo… ffffrrrfff… e mi trovo la mano piena di maionese: “cazzo balsamo”.
E qui entra in scena il grafico della casa Elseve che, essendo figlio di Hitler e della saponificatrice di Correggio, disegna perfidamente i flaconi, che sono tutti uguali, specificando se si tratta di shampo o balsamo, con una scrittina ispirata alle dimensioni del carattere di un bugiardino dei medicinali. Siccome fare la doccia con gli occhiali da presbite ha le sue scomodità, non resta che affidarsi alla vecchia cara bestemmia.
Così i capo famiglia, che una volta canticchiavano allegramente in doccia: “sono simpaatticooo quaaando mi guardooo allo specchioooo ” ,oggi intonano, ed è il segno dei tempi: “ma porca di quella……chi cazzo ha…… #?¥#?#¥#?## “.
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