Decimo giorno. Il rimpasto è servito

Al gran consiglio dei saggi del pianeta Wurtz.

Una diffusa usanza fra i terrestri si chiama Rimpasto di Governo. È una ricetta appetitosa e facilmente digeribile, in quanto suppongo sia come il bolo rimasticato alla base del soufflé di saliva di Caccodrillum, che ci mangiamo al sorgere delle sette lune su Wurtz. Migliaia sono i terrestri che vogliono gustare questo piatto tradizionale, peccato che non ce ne sia abbastanza per tutti. Il salone del Rimpasto è enorme e si affaccia su una terrazza con vista panoramica anche su isole lontane come le Bahamas e piccoli paesi come il Lichtenstein. I guardiani del salone sono simili ai gorilla del regno animale, ma meno belli, anche se altrettanto pelosi. Non sanno parlare e comunicano fra loro attraverso un trasmettitore posto all’interno del cavo auricolare, emettendo cantilene primitive come Stàperarrivà, fallopassà. La parola d’ordine per accedere al salone del Rimpasto è semplicemente “Sono un cugino”. All’interno del salone la luce è abbagliante e il rumore assordante: impossibile distinguere gli oggetti dalle persone, i cibi dai rifiuti, le parole dagli insulti. I camerieri sono felici, perché sono camerieri a vita e possono passare il loro incarico ai loro discendenti. Mi hanno gentilmente offerto una ricevuta spese scaricabile dalle tasse (non c’è un corrispondente su Wurtz) per i cibi e lo champagne consumato, Tanto paga Kissàkì . Questo Kissàkì però non è invitato alla festa. Volevo porgere i miei omaggi di ambasciatore di Wurtz ai padroni di casa, ma stavano eseguendo il caratteristico Balletto delle poltrone, consistente nel girare roteando a balzelloni tenendosi a braccetto a due a due, fino al termine della musica, quando tutti velocemente si siedono. Purtroppo uno di loro è destinato a rimanere senza poltrona, fino al prossimo Rimpasto.

Onde evitare che la sofferenza dell’escluso si protragga, consiglierei la totale disintegrazione del pianeta.

– Diario di un’aliena 

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