C’è a chi piace il pesce a chi non piace e chi non lo mangia e basta; chi ama la birra, chi il vino, chi non beve per nulla alcol, chi ne va matto; c’è chi ama i gialli, chi i rosa, chi i romanzi storici, chi i racconti; c’è chi non ha mai letto poesia, chi la legge chi la leggerà chi non la ama.
Io, ad esempio, a differenza di mia sorella, non amo il tirolese il maculato e non comprendo l’opera; lei, mia sorella, oltre a vestire in tirolese o maculato, o addirittura tirolese con maculato, ama l’opera, di rado legge poesie e ama i gialli, oltre al gorgonzola e alla porchetta; a me non piace la porchetta.
Chi ama il caldo e non tollera il freddo, e chi viceversa, e ci sono persone a cui caldo o freddo fa lo stesso. Amo il nero. Molti non indossano il nero; ho una amica che veste solo bianco. Per decenni mi sono farcita di marmellata, ora non la posso più nemmeno vedere e mi farcisco di miele che prima detestavo.
Chi ama il jazz, chi la tecno, altri il rock, alcuni non ascoltano musica italiana, il rap è detestato da altri. Mi piacciono tantissimo i capelli corti, a te come piacciono? A molti Lisbona è indifferente, altri la adorano, alcuni la debbono ancora conoscere, e che dire di quelli che pensano Venezia sia triste e dunque non la amano?
La nebbia. La nebbia o la si odia o la si ama, come i peperoni. Lo sport chi lo ama chi non lo considera, chi lo gioca e come lo gioca e chi solo sport di squadra. I Mondiali, grande capitolo. Amo i cani, chi ama i gatti, chi i pulcini o gli elefanti e le tigri.
Pantaloni sempre, gonne mai? Un pantagonna? Mare o montagna? Collina, lago? Il Natale? Non amo il Natale e basta con vedrai un giorno lo amerai anche tu, che vi importa che uno ami o meno il Natale? A chi piacciono gli uomini, a chi le donne, a chi tutti e due, a chi non gliene importa nulla, chi preferisce la chiesa. Io viaggio in treno, e via con i ma no dai è meglio la macchina.
In cosa credi tu? E scatta la canzone di Jovanotti. Credo in quel che credo, uguale o diverso dal tuo credo. Non voglio avere figli, tu ne vuoi 4, lei 1 e chi quel che vien viene. Tu credi nella omeopatia? Ma no dai, non ci crede più nessuno nella omeopatia, salta con noi sul carro della chimica farmaceutica. Non tocchiamo la politica.
Insomma. Siamo tutti uguali di fronte alla legge e siamo tutti diversi uno dall’altro. Siamo diversi anche da noi stessi perché, se siamo fortunati, siamo esseri in divenire, mutiamo con le esperienze. Sembra così difficile che questi due assiomi vengano assimilati soprattutto quando di fronte alla legge siamo tutti diversi e si pretende che tutti siano standard nella vita.
Dunque, uno dei miei grandi desideri per l’anno e per i tempi che verranno è che finalmente ci vediamo tutti diversi, diversissimi, così diversi da aver bisogno di confrontarci, parlare, discutere, scambiare, piangere e ridere insieme per crescere, per conoscersi. Uscire da se stessi è uno strappo, ma per costruire una società è fondamentale rispettare e intrecciare le singole identità nel rispetto di ogni identità.