Si è chiusa nel camerino lasciando i rumori fuori dalla porta.
Nei corridoi del teatro si rincorrono le voci assordanti ad allertare gli artisti che si devono esibire.
Si chiude le orecchie con le dita, nascondendosi dentro il silenzio, e ripassa il testo della canzone.
Il calorifero è tiepido e sente freddo.
Le parole si rincorrono sulle labbra, banali nella loro semplicità.
Sono giorni ormai che si chiede che senso abbia questa canzone.
Bussano alla porta. E’ arrivato il suo momento.
Si guarda allo specchio tremando per la tensione.
È ancora una bambina e l’abito di una semplicità voluta, insieme all’acconciatura, la fanno sembrare un’educanda.
È l’immagine che la casa discografica le ha imposto, nonostante lei abbia cercato di opporsi. Tira un respiro profondo poi apre la porta.
Vacilla incerta tra la confusione del dietro le quinte.
Gli applausi, in sala, accompagnano l’esibizione appena conclusa.
Avanza sul palcoscenico, lo sguardo che si perde lontano, oltre tutta quella gente rumorosa.
Le luci le bruciano gli occhi, sfiora il microfono con la mano, poi si lascia accarezzare dalla musica.
“Non ho l’età, non ho l’età per amarti, non ho l’età per uscire sola con te…”.
È la sera del 1 febbraio 1964.
A sedici anni Gigliola Cinquetti vince il Festival di Sanremo.