Dieci a uno

 

Dieci a uno. Per ogni soldato tedesco ucciso devono morire dieci nemici. La cifra è alta, 330. Il tizio seduto batte a macchina i nomi delle future vittime. Si portano i condannati su vecchi camion nelle cave di tufo dell’Ardeatina. Il dattilografo adesso chiama i nomi, cinque alla volta. Assiste alla fucilazione, poi chiama altri cinque nomi. Un’altra fucilazione. Morti sopra i morti. Una mattanza. Il tizio condanna e uccide. Poi fa saltare in aria l’ingresso alla cava e getta immondizia per coprire l’odore dei morti. Scappa per l’Italia bruciando ovunque archivi e documenti. Grazie a un passaporto falso si trasferisce in Argentina. Lo trovano vent’anni fa. Non possono sbatterlo in galera perché è vecchio. Muore a cent’anni compiuti. È vissuto un secolo intero per mostrare a tutti la faccia del male.

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