Disegni sotto forma di diario

DRAWING DIARY

 

Anni fa decisi di riprendere a scrivere il mio diario e, invece della scrittura, usai disegno e pittura. Nacque Drawing Diary. Ero intenta a scrivere la mia tesi su “I Murales Messicani” e abitavo in una casa dove era sempre Natale perchè nevicava l’intonaco del soffitto quotidianamente. Il padrone di casa era alto e roscio e ci provava sempre. La mia coinquilina si chiamava Ritina, era siciliana. Un giorno lei ed il suo ragazzo mi fregarono i soldi dell’affitto (200 Euro) per andare a Firenze. Quando tornarono dalla fuitina, armata di cellulare, la costrinsi a prelevare i soldi al bancomat, pena la denuncia per furto alla polizia. In casa ospitavo una ragazzina americana di 16 anni, che era sotto la mia custodia (povera). Voleva avere la sua prima volta in Italia con un 30enne conosciuto al quartiere Testaccio (RM). Voleva farlo in macchina, nel parcheggio di fronte al Villaggio Globale. In quel momento ho capito quanto è difficile fare la mamma. Le parlai della mia prima triste, disastrosa volta. Lei capì e aspettò di andare in Svizzera da suo padre per farlo con un coetaneo nella sua bella camera in uno di quei cottage in pietra. Uff, che sollievo! Così ogni giorno disegnavo, mi sfogavo, evadevo – e sono nati i miei lavori! E’ poi seguito il FACCIADIARIO, in cui le faccette disegnate con carboncino su supporto cartaceo esplorano le quotidiane infinite possibilità dei sentimenti umani; BETTY’S BABE (Le bambine di Betty), proiezioni stilizzate della sensibilità femminile su materiali riqualificati, che mi ha inspirato un FILMcatarsi di prossima uscita; PHOTO & VIDEO DIARY, in cui racconto esperienze di vita quotidiane attraverso sequenze di foto animate. Con la sequenza di foto intitolate “EMERSIONI” ho vinto il concorso “Street & Studio” al TATE Modern Museum di Londra. Un’embrione che dorme nell’utero dell’obiettivo. Liquido amniotico chimico che svilupperà la mia creatività e gli darà una forma e colore. Un embrione dormiente che emerge dal buio del ventre materno per trasformarsi in qualcosa o qualcuno che ancora non sapevo.

 

 

 

 

 

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