Dolly del mare profondo

 

Dolly era una bambina come tante in un mondo come pochi, come uno, a dire il vero, quello che l’aveva vista nascere in una casa con il tetto rosso fragola di bosco verde, sotto un cielo blu cobalto pieno di nuvole bianche cobasse.
Aveva degli amici immaginari che le davano del lei come se fosse una signora, ma solo fino alle cinque, quando l’atmosfera si scaldava e finivano per darle del tè con l’accento e con i biscotti al burro, come quelli scozzesi che le piacevano tanto, perché bastava mangiarli per sentirsi cornamusa di poeti traditi dall’ispirazione.
Dolly aveva una fattoria piena zeppa di zappe e zappatori zoppi e di animali che rischiavano di finire zuppi nella zuppa, mentre lei si divertiva a fare zapping sui canali trasmessi dal mare, che non aveva mai visto, perché possedeva solo il digitale terrestre e non acquatico. Una notte accadde che la realtà superò la fantasia e la fantasia superò l’immaginazione e l’immaginazione superò i sogni, che però riuscirono ad arrivare primi facendo lo sgambetto all’immaginazione e alla fantasia, le due sorelle uscite di senno e di sonno.
E mentre Dolly dormiva, la sua stanzetta diventava una stanzattera, la cucina si improvvisava cabina, il portone prendeva in mano la situazione e si faceva timone, il salone prendeva il largo e si tramutava in galeone, le finestre esclamarono “oiblò!”, e non ci sarebbero state le botte a bordo, ma solo botti piene di succo di frutta all’ananasso di cuori che l’avrebbe data a bere a un due di picche.
Quando si svegliò, Dolly e il mare si guardarono per la prima volta e lei restò a bocca aperta come un pesce fuor d’acqua, ma senza pinne né fucili, solo con il suo colorato paio di occhiali.
Era a un tuffo dalla vita che l’avrebbe resa donna con tutti i carismi, perché chiunque l’avesse amata l’avrebbe seguita in capo al mondo, in culo alla luna e sulla coda di una stella a quattro zampe e a un.due.tre. punte, che se ne metti una in più cambi le regole di un gioco che esiste dalla notte dei tempi remoti, dove la luce non è, ma fu.
Dolly fece un bel respiro profondo, mentre il mare tratteneva il vento.

Immagine di Valerio Agolino

 

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