No, da te le coccole non le voglio. Perché ti amo, sant’Iddio. E allora non mi viene proprio in mente di cullarti come un orsacchiotto di peluche, o come un cuscino da sprimacciare quando sono un po’ giù di corda; né come un bambino, da trattare a grattini e buffetti e bacini sulle guance arrossate, mentre tu mi carezzi e mi abbracci come la fidanzatina riottosa del banco davanti, alle elementari.
Ti voglio qui, ora, subito, con me, addosso, come un vestito stretto che mi toglie il fiato, come una fatalità da cui non si scappa.
E non c’è niente di coccoloso, o di infantile, niente che sa di zucchero o di caramella. Ci siamo tu, ed io. E le coccole no.