Era uscito per comprare il pane ed in tasca aveva solo un paio di franchi.
Prima però decise di dare un’occhiata alle bancarelle dei libri usati.
In quella primavera del ’44, a Parigi ci voleva un po’ di coraggio a camminare per le strade, se si stava disertando il “Servizio di Lavoro Obbligatorio” imposto dagli occupanti nazisti. Gli capitò tra le mani, per caso, un libriccino di poesie di Antoine Pol intitolato “Émotions poétiques” pubblicato nel 1918. Il nome di quell’autore sconosciuto non gli diceva nulla, ma sfogliando il libro, il suo sguardo si posò su una poesia. La lesse e se ne innamorò. Ritornò a casa senza pane, con il libro di Pol sotto il braccio. A quel tempo Georges Brassens aveva 23 anni, suonava già la chitarra pur non conoscendo bene la musica. Cercò di trovare una melodia che si adattasse al testo, ma insoddisfatto, ripose gli appunti in un cassetto.
Eppure quella poesia non riusciva a dimenticarla. Anno dopo anno gli tornava alla mente e continuava a risuonarla anche se qualcosa non lo convinceva nella sequenza degli accordi. Ne parlò nel 1969 con il suo amico Jean Bertola che lo aiutò a definire la linea melodica. Prima di inciderla e pubblicarla, volle conoscere l’autore del testo e chiedergli di persona i diritti di utilizzo. Fissarono un incontro, ma Antoine Pol morì una settimana prima dell’appuntamento: in cuor suo però già presagiva che Les Passantes dopo 50 anni, sarebbe diventata una delle più celebri canzoni francesi. (clicca qui)