Due ore la settimana all’Anonima Sportivi

 

Sembra il titolo di un film di Lina Wertmüller prima maniera, invece è la nuova ricetta della borghesia americana infelice, stressata e dipendente da un buon numero di droghe reali e una quantità di manie, vizi e abitudini ossessive delle quali essere schiavi. Elencati di seguito non sembrano nemici sociali: sport, tablets, cellulari, jogging, ginnastica, cibo, gioco d’azzardo, televisione, shopping.
Bene, queste innocenti evasioni, coltivate in modo compulsivo da chi è scontento, depresso e demotivato, diventano così difficili da sradicare, da richiedere che i soggetti siano curati con terapie di gruppo. La prima associazione per combattere le dipendenze psicofisiche nacque proprio negli Stati Uniti sessant’anni fa, col nome di Alcoholics Anonimous, per guarire le vittime del bicchiere.
Oggi i raggruppamenti hanno raggiunto un numero imprecisato.
In America c’è una folla di quindici milioni di iscritti, suddivisi in cinquecentomila riunioni mensili, che cercano, con la terapia di gruppo, di liberarsi dal maledetto vizio della dose quotidiana di due ore di aerobica, dalla schiavitù costosissima del raptus da compera, dall’inferno dell’imbesuimento da tablet, dall’insopprimibile bisogno di ingurgitare cibo trash a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Così fiorisce la moda di rifugiarsi due volte la settimana, dalle 18 alle 20, nelle terapie di gruppo dell’Anonima Sportivi, l’Anonima Giocatori e così via, siano sessodipendenti, mangiatori, donne in menopausa, joggers o prostitute.
Sommessamente suggeriamo come cura una buona lettura, una tisana di ginger, la stravaganza di una chiacchera con i figli, un bicchiere di vino e due carezze al compagno/a, una partita a Monopoli o a Scarabeo. Costano niente e fanno bene alla psiche

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